Il semaforo lampeggia. Quattro rintocchi. Il motore si scalda, il fumo inizia a diffondersi nell'aria, il dito comincia a premere ad intermittenza sul pad, finché poi non scatta il verde, ed un'accelerata piazzata col giusto tempismo ci fa schizzare in prima posizione, lasciando agli avversari solo la scia del nostro turbo. Almeno finché non giunge il segnale di un missile puntato dritto su di noi...
È questa una scena che si è ripetuta per vent'anni, seppur a fasi alterne e con incostanza: Crash Team Racing (CTR, per gli amici) è uno dei giochi di corse più longevi di sempre, uno di quelli che resistono alle increspature del tempo in modo quasi miracoloso. Ancora oggi la fanbase è così nutrita da continuare imperterrita a segnare nuovi record, sfruttando ogni possibile glitch per guadagnare un prezioso millisecondo con cui scalare le vette mondiali.
Quella lasciata dai Naughty Dog, prima del loro definitivo addio alla serie del leggendario peramele, è un'eredità assai preziosa, di cui Beenox ha voluto farsi carico per riportare uno dei più grandi racing arcade della storia di nuovo in pole position. Dopo una lunga sosta al garage, ne è uscito sgommando Crash Team Racing: Nitro Fueled, un remake che segue lo stesso percorso di ristrutturazione grafica già adottato per la N.Sane Trilogy. Dal 1999 fino ai giorni nostri, dalla PS One alla PS4, tuttavia, ne è passato di tempo: ecco perché questa versione si dimostra al contempo sia un sentito omaggio sia una sottile reinterpretazione dell'opera originale.
Nitro Fueled non è un remake integrale del primo CTR: è piuttosto una rivisitazione che ne recupera l'anima ludica e la avvolge con un nuovo sostrato contenutistico. Prima di passare alla disamina delle differenze in termini di gameplay, vale la pena (ri)partire all'avventura con lo Story Mode della produzione, opportunamente rivisto per quanto concerne il comparto grafico e la messa in scena della narrazione.
Esattamente come avvenuto due decenni fa, la storia prende il via con l'arrivo nell'orbita della Terra dell'alieno Nitros Oxide, autonominatosi il "pilota più veloce della galassia", pronto a sfidare "le lumache terrestri" in una gara con in palio la sopravvivenza. Perdere contro di lui significa trasformare il pianeta in un enorme parcheggio di cemento. Ed ecco che in pista scendono tutti gli eroi ed i villain che abbiamo imparato a conoscere nella trilogia di Naughty Dog, mossi non tanto dalla voglia di salvare il mondo, quanto dal desiderio di mettersi in mostra. Gentaglia come Papu Papu e Pinstripe, ad esempio, non perdono occasione per tagliare la strada al nostro Bandicoot, incarnando semplici boss da sconfiggere prima di far mangiare la polvere a Oxide. Nel remake esistono due tipi di Avventura: quella classica, che ci permetterà di rivivere le vicende del gioco soltanto con Crash e con un unico livello di difficoltà progressivo, proprio come nel 1999; e la variante chiamata "Nitro Fueled" (che dà anche il sottotitolo al gioco), nella quale potremo seguire lo svolgersi degli eventi impersonando di volta in volta un personaggio diverso, a nostra libera scelta, modificando anche il grado di sfida e la tipologia di kart.
Nel caso in cui scegliessimo di usare un avatar appartenente alla fazione dei villain, inoltre, invece di Aku Aku sarà Uka Uka a darci qualche dritta tra una corsa e l'altra. Fatta questa piccola eccezione, i dialoghi non muteranno di una virgola: se decideremo ad esempio di giocare nei panni di Oxide (inserito finalmente nel roster), risulterà senza dubbio un po' straniante ascoltare Ripper Roo mentre ci intima che non avremo nessuna speranza di battere il perfido alieno.